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Abstract



IL DANNO ASSONALE DIFFUSO IN CASI DI TRAUMA CEREBRALE LIEVE

Adriano Barbaresi, Riccardo Camajori Tedeschini, Alessandro Randolfi, Silvio Porcù


Istituto Medico Legale Aeronautica Militare “Angelo Mosso”, Milano



Nella definizione di TBI (Traumatic Brain Injury - Danno Traumatico Cerebrale) viene compreso uno spettro di traumatismi, da lievi a severi, risultato dell’esposizione del cervello agli improvvisi cambi di velocita’, che non di rado si verificano in occasione di incidenti stradali, sport “di contatto” (quali rugby, boxe e football americano) ed eventi bellici.
Dati recenti di letteratura, grazie alla DTI (Diffusion Tensor Imaging), una delle più utili nuove tecniche di RM imaging nella diagnosi di TBI, hanno evidenziato in un certo numero di casi di MTBI (Mild Traumatic Brain Injury) il verificarsi di un Danno Assonale Diffuso (DAI), degenerazione della sostanza bianca provocata da un danno della fibra nervosa al momento del trauma. Tale reperto e’ invisibile alla RMN convenzionale.
La DTI si basa su una particolare metodica RM, la Diffusion-Weighted (DW)RM che consente la misurazione della auto-diffusività dell’acqua come conseguenza delle interazioni tra le molecole di acqua e gli ostacoli che impediscono il loro moto, fornendo così accurate informazioni sulle dimensioni, orientamento e la forma delle strutture cellulari cerebrali, grazie alla alta intensità del campo magnetico (superiore a 2 Tesla) utilizzato ed alle particolari tecniche di scansione.
A causa della struttura orientata della sostanza bianca (Withe Matter - WM ), la diffusione dell’acqua è fortemente ostacolata lungo l’asse dei principali tratti di WM, fenomeno noto come Anisotropia.
La riduzione degli ostacoli alla diffusione, come avviene nei tratti di WM alterati, porta ad un aumento della Diffusività Media (MD) dell’acqua ed una riduzione della Anisotropia Frazionaria (FA), parametri valutati dalla DTI.
In studi recenti del 2007, il DAI conseguente a MTBI è risultato correlato ad anomalie dei parametri DTI ( Diffusività Assiale e Anisotropia Relativa).
Il perdurare degli effetti clinici del DAI differisce a seconda dell’entità e della sede colpita e soltanto in un certo numero di casi generano sintomi quali cefalea, nausea, vomito, visione doppia, ipereccitabilità neuronale, disturbi del sonno, vertigini, facile faticabilità che configurano la cosiddetta “SINDROME SOGGETTIVA DEI CRANIOLESI” in cui non c’è sempre parallelismo con la gravità del trauma.
In passato, in occasione di pur evidenti casi aneddotici, con conclamata evidente sintomatologia soggettiva, non si riuscivano ad identificare né i chiari meccanismi fisiopatologici né le univoche correlazioni con la clinica.
Alla luce di queste recenti acquisizioni, e tenuto conto della specifica professionalità del personale aeronavigante, appare opportuno implementare dei più accurati protocolli diagnostici e di decisione medico-legale che integrino, in casi selezionati di trauma cerebrale lieve, i dati provenienti da batterie specifiche di tests neuropsicofisiologici ( che esplorino in particolare i processi di attenzione sostenuta e di information processing) e procedure diagnostiche neuroradiologiche del tipo DTI. In questo modo si potrebbe evitare di adottare provvedimenti medico-legali soltanto cautelativi ed identificare la positività di quei casi anamnesticamente e clinicamente silenti.