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Abstract
EVACUAZIONE AEROMEDICA AVANZATA
Michele Tirico
Policlinico Militare Celio, Roma
Nello scenario operativo attuale, le F.A. nazionali sono costantemente impegnate in operazioni al di fuori dei confini nazionali per svolgere compiti svariati, a supporto di contingenti multinazionali, sotto il controllo della NATO, dell’ONU o di organizzazioni multinazionali.
Il personale facente parte di tali contingenti può essere esposto, in misura variabile anche nell’ambito della stessa operazione, a minaccia di incidente, scontro a fuoco e/o attentato terroristico.
Le operazioni in atto nei teatri recenti hanno evidenziato un considerevole numero di situazioni in cui, in seguito a scontri e/o attentati, il ricorso allo sgombero dei feriti con l’elicottero è stato determinante per la sopravvivenza dei feriti.
In tale contesto, l’efficacia del trattamento dei feriti a bordo dell’elicottero è legata alla possibilità di disporre e di utilizzare attrezzature aeromedicali idonee.
Quando in tali operazioni sono presenti unità di elicotteri, si rende disponibile un mezzo – lo stesso aeromobile – che per intrinseca costituzione, rappresenta uno strumento estremamente flessibile per l’intervento di soccorso e recupero del personale ferito.
In tale ottica l’assistenza aeromedica avanzata (Forward aeromedical evacuation) effettuata da personale sanitario altamente qualificato e dotato di attrezzature e soluzioni tecnologiche specifiche è fondamentale al fine di ridurre la mortalità e/o l’incidenza di menomazioni permanenti del personale ferito. La rianimazione e la stabilizzazione devono essere assicurate il più presto possibile e direttamente sul campo. È comunque auspicabile che tale intervento sia portato entro 60 minuti (golden hour), mentre un intervento chirurgico risolutivo deve essere assicurato entro 4 ore dal ferimento.