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Abstract
MODIFICAZIONI DELLO SPESSORE CORNEALE E DELLA SENSIBILITÀ AL CONTRASTO IN IPOSSIA/IPOBARISMO
Dario Di Blasio
Reparto di Medicina Aeronautica e Spaziale, Centro Sperimentale Volo Aeronautica Militare di Pratica di Mare (Roma)
OBIETTIVO. Valutare l’effetto dell’ipobarismo e dell’ipossia sulla sensibilità al contrasto. Correlare la prevista riduzione della sensibilità al contrasto all’ipotizzabile incremento dello spessore della cornea, prodotto da edema della stessa, in condizioni ipobarico-ipossiche.
MATERIALI E METODI. I soggetti sottoposti a questo studio fanno parte degli equipaggi Fissi di Volo del 14° Stormo di Pratica di Mare.
Dieci soggetti sani, emmetropi, prima dell’ingresso in camera ipobarica, vengono sottoposti ad esame della sensibilità al contrasto standard con tavole di Pelli-Robson. Contemporaneamente, previa anestesia da contatto, gli stessi vengono sottoposti a pachimetria corneale in OO, mediante Pachimetro ad ultrasuoni TOMEY.
Dopo l’ingresso in camera ipobarica e l’ascensione a quota di 25.000 piedi, con rateo di 4.000 piedi/m’, i soggetti, mentre indossano la maschera ad erogazione di O2, vengono sottoposti a nuovo esame della sensibilità al contrasto standard, con tavole di Pelli–Robson e ad ulteriore esame pachimetrico ad ultrasuoni, all’interno della camera ipobarica, permanendo a 25.000 piedi di quota. Successivamente, gli stessi esami vengono ripetuti senza maschera ad erogazione di O2, in ipossia. Gli intervalli ossimetrici di riferimento, durante i quali si effettuano le determinazioni si attestano su valori di 55-60% di saturazione di O2.
Al termine dell’ascesa e al rientro in condizioni normobariche, lo stesso gruppo di soggetti viene sottoposto nuovamente agli stessi esami, questa volta all’esterno della camera ipobarica.
DISCUSSIONE. Lo studio valuta quanto l’ipossia e le variazioni della pressione atmosferica siano in grado di produrre edema della cornea, modificandone lo spessore, valutato con pachimetria e di conseguenza siano in grado di ridurre la sensibilità al contrasto, determinata attraverso la lettura delle tavole standard di Pelli–Robson, a progressione logaritmica.